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emilia road chapter

editoriale 24 ottobre 2021 - final run (by gianni)


Editoriale Final Run 2021

Ultimo…..
Eccolo qua è arrivato e ha dettato le sue regole il “Giro finale” dell’Emilia Road Chapter, l’ultimo di una mezza stagione che a causa del virus è iniziata a fine giugno ma che comunque ci ha regalato grandi emozioni e buoni risultati.
Vediamole queste “sue regole”:
Vuole grandi numeri… eravamo in 102
Vuole un fiume di moto a spasso per le nostre terre… erano 79
Vuole vedere e fermarsi in luoghi semplici e stupendi… chi c’era li ha visti e vissuti
Vuole che si mangi bene… non si discute
Vuole tutti felici e qualcuno di più… e allora abbiamo consegnato le patch e iniziato qualche socio in più e i loro occhi dicevano tutto.
Ecco, tutto qua il final run, nei suoi minimi termini, ma attenzione questa è roba seria per eventi seri e non fa per noi, noi che dobbiamo da ogni inezia estrarre il massimo della libidine, noi che non siamo solamente questi, e allora…
Allora se mi promettete di essere, da domani in poi, bravi vi racconto una favola, adesso chiudete gli occhi e immaginate di essere voi tutti giovani… quasi tutti, seduti attorno ad un camino acceso in una fredda sera d’inverno (quando mi raccontavano le favole chissà perché era sempre inverno).
C’era una volta (e oh, si inizia cosi) in una grande e prospera contea del nord, una tribù, no meglio un clan molto ospitale che accoglieva chiunque e così annoverava tra i suoi componenti, genti di ogni dove e di ogni famiglia, non faceva distinzioni o differenze…
C’erano i pelati e quelli coi capelli lunghi, quelli con lunghe barbe incolte e quelli rasati a puntino, quelli che cavalcavano in ciabatte e quelli che usavano pesanti stivali di pelle di pecora, quelli che vestivano il kilt e quelli che indossavano normali brache, dame fulve, dame corvine, dame che brillavano racchiuse nel loro gilet e dame ahimè senza gilet, c’era chi cavalcava grandi destrieri e chi piccoli pony.
Un clan come detto molto variegato, accogliente e pacifico ma che a scanso di equivoci aveva addestrato alcuni guerrieri capaci di garantire l’incolumità del clan lungo le vie della contea e non solo, riconoscibili per indossare un orrendo giacchino tinto con fiori di ginestra e per la destrezza, molto ostentata, nell’arte del cavalcare. (interpretazione libera)
Giunto ormai il tempo che segue la vendemmia e termina i raccolti e visto che i raccolti erano stati generosi di messi e bestiame era tradizione ringraziare la terra con una grande festa prima che calasse il grande freddo.
Cavalcando da nord a sud, da ovest ad est e attraversando valli e colline, villaggi e radure raggiunsero un villaggio dove gli fu concesso di rifocillare e deliziare fisico ed anima (interpretazione libera).
Non mi è dato a sapere se questo clan verrà cantato dai posteri o se sarà dimenticato, ma so che sicuramente queste genti per molte stagioni ancora segneranno i sentieri della loro contea, ed oltre, coi loro canti, con il galoppare dei loro destrieri ma soprattutto con la loro spensieratezza ed amicizia.
Se mai un giorno doveste sentire un frastuono in lontananza e il pavimento del vostro broch tremare, uscite a salutarli, sono sicuramente loro del clan Mc. ERC.
Gianni