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emilia road chapter

editoriale 12-13 marzo 2022 - rompighiaccio (by gianni)


UN TRANQUILLO WEEKEND DA PAURA

(tratto dal romanzo “dove ti porta l’Harley” non ancora scritto, ma forse… chissà )



Trama:

In una radiosa o nebbiosa (dipende dalle giornate) cittadina della piana reggiana nominata Correggio, che fa del suo tran tran quotidiano uno stile di vita tranquilla e sobria, si intrecciano per due giorni le vite di tre ragazzotti alla buona, ma molto alla buona.

Due di questi, Pasquino e Svànein col loro inseparabile sacco a pelo, scendono dall’appennino reggiano per vedere, per una volta, il grande fiume e l’altro, Vez, autoctono della profonda profonda (non è un errore è un rafforzativo) bassa reggiana è colui che li guiderà fino sulle rive del PO.

Questi tre giovani si danno appuntamento più o meno a metà strada, a Correggio appunto, e lì si trovano ignari di quanto la sorte riserverà loro.

1° Tempo sabato:

-Ricordo bene che subito dopo aver consumato il nostro “pranzo”, due fette di salame e un”toc” di pagnotta del giorno prima accompagnati da un fiaschetto, presi dall’abbiocco ci eravamo appollaiati alla belle meglio sotto dei grandi pioppi nei pressi di una rotonda dove si ergeva la scritta CORREGGIO con l’idea, perché no di schiacciare un pisolo.

Erano all’incirca le tre del pomeriggio, quando il brontolio del nostro dormire, veniva interrotto da una strana vibrazione che ci scuoteva dalla punta dei piedi fino ad arrivare al di sopra delle chiappe, e da uno screpitare di motori che pian piano si avvicinava.

Ben presto ci siamo accorti che al di là della strada, proprio di fronte a noi, c’era una concessionaria di moto (noi montanari la chiamiamo “negosi”), anzi due concessionarie, ma la sede della nostra storia è quella con sù la scritta Harley Davidson perche è proprio lì che quei motori borboglianti si fermarono.

All’interno del cortile, in bella vista su grandi tavoli e sotto a dei gazebo, c’era ogni ben di Dio (salam, murtadela, busilan, ciccioli) e li a fianco, due poco rassicuranti figuri barbuti spillavano birra per chiunque ne facesse richiesta.

Intanto le moto continuavano ad arrivare a decine, forse a ventine o addirittura a trentine e appena spente e appoggiato il cavalletto a terra tutti giù, via il casco e aleee… baci abbracci e sorrisi.

Ci intimorivano quelle genti che ci parevano strane coi loro tatuaggi, le loro catene e i loro anelli e poi quelle moto che squassavano la strada… ma sicuramente erano persone golose di abbracci!!!!

Dalla nostra postazione, nascosti dietro ai pioppi, abbiamo continuato a respirare quel vivere intenso e collettivo fino al calare della sera, quando tutte incolonnate le harley sono partite per una destinazione a noi sconosciuta, ed anche se per forza di cose, dato il grande afflusso, avrebbero dovuto rallentare l’andatura, non saremmo mai riusciti a seguirli, sennonchè, usciti dal nostro punto d’osservazione, col favore del buio ci siamo avvicinati e abbiamo potuto sentire qualcuno che diceva, “aleee… tutti al salone delle fiere”.

Così venuti a conoscenza della località del ritrovo, ci siamo avviati, naturalmente a piedi, e complice la nostra assoluta vacuità della geografia di quei territori, gira di qua, gira di là, torna indietro, va avanti, un po’ a dritta e un po’ a manca… insomma se non avessimo avuto una gran botta di culo a quest’ora forse ci troveremmo ancora a girovagare in quel di Correggio, e invece come fecero in passato tre nostri predecessori, abbiamo seguito una luce che affettava il buio del cielo ritenendo che ci avrebbe portato a destinazione, noooo disperazione... erano le giostre!!! (in montagna “i baracoun”).

Ma ecco ciò che non ti aspetti, lì proprio di fronte a noi, si materializza il luccichio di tutte quelle belle cromature… ”ragas a iom cate”.

Una struttura, “un capanoun” dalla quale trasudavano urla, risate e tanta musica era lì a portata di mano, la curiosità cresceva anche se mista a un po’ di sana fifa, cresceva così tanto che a passo di leopardo io e Svànein ci siamo avvicinati ad una porta socchiusa per dare una sbirciatina all’interno.

In quei pochi attimi succedeva l’irreparabile… Vez preso dalla musica e dalla febbre del sabato sera, ballando in maniera improponibile si era imbucato alla festa ma non soddisfatto era salito sul palco e scalzato brutalmente il DJ ne aveva usurpato il posto. In seguito ci raccontò di non aver avuto nessun timore perché, dice lui, dove c’è musica non possono esserci persone malvagie.

Comunque, tra gramigna alla salsiccia, lambrusco, gnocco fritto, salumi e torte il tutto condito con tanta musica, le cose sono andate per le lunghe e io e Svànein un po’ per la stanchezza e un po’ per la fame ci siamo addormentati sotto i soliti pioppi, col sano proposito che il mattino seguente (domenica) ci saremmo dati da fare per recuperare il Vez e farci accompagnare a PO.



2° Tempo domenica:

Hai presente quando in dormiveglia avverti una presenza inquietante, ecco apro gli occhi e mi trovo il Vez in piedi che ci osserva… oh era messo in una condizione poveretto che non ti dico, occhi sbarrati capelli (forse) sparati, insomma la condizione di chi non ha chiuso occhio. (si vocifera per una questione di donne, o di chiavi… insomma un casino)

-Dai ragazzi, forza è una cosa stupenda oggi c’è il Rompighiaccio

-Ma cus’el al Rompighiaccio

-E' una… no è la grandissima festa degli harleysti di tutta Italia per l’inizio della stagione, dai andiamo a vedere, andiamo tra di loro, andiamo a vedere tutte queste Harley!!!!

Ed ecco che appena spunta il termine harley la terra sotto i nostri piedi inizia a tremare di nuovo, ma questa volta con più intensità, un gran borbogliare di scarichi e marmitte si fa sentire in lontananza…. poi sempre più vicino e l’effetto è costante… lontano e vicino lontano e vicino lontano e vicino. Le moto arrivano nel grande piazzale nella zona industriale e iniziano a parcheggiare ordinatamente una a fianco all’altra (il Vez dice “a poc fenich” una dall’altra) fino a che lo spazio svanisce e quelle in arrivo dopo vengono dirottate di fronte in un altro grande spiazzo fino a che l’asfalto si ricopre d’acciaio.

C’è un gran formicaio di persone, vocabolari e vocabolari di parole spese e dialetti da tutta la penisola che si intrecciano, il rituale degli abbracci si ripete, i sorrisi sono sinceri e una grande passione si legge nei loro occhi. Coloro che fanno parte dell’organizzazione li riconosci perche sembrano tarantolati, corrono in ogni dove, ognuno ha un compito preciso da svolgere.

Ci siamo un po’ persi di vista, io Svanein e Vez intrappolati in una realtà che non conosciamo, presi dalla voglia di capire quell’atmosfera, di respirarne gli effetti e di godere di quella spontaneità.

-Ragass (le due s sono per il plurale) ho trovato tre caschi e chi ci carica, andiamo con loro a fare il giro.

-Svanein ma sei fuori di melone??? non sappiamo neanche chi sono questi…

-Non importa, è troppo bello… dai andiamo!!!

E così siamo qua, col nostro fondoschiena sulla sella di un’harley che attraversiamo le terre della provincia di Reggio Emilia, siamo qui con questi harleysti, inanellati, incatenati, barbuti, pelati giovani, vecchi “brutti sporchi e cattivi” che coloriamo questa domenica di marzo con i mille colori che impregnano la felicità.

Ora a distanza di qualche giorno, ripensando a quanto successo, riascoltando quanto è stato detto e rivedendo ciò che è stato vissuto, io (Pasquino), Svànein e Vez possiamo sicuramente sostenere che quello del ROMPIGHIACCIO è stato veramente un “Tranquillo Weekend da paura”.

THE END



Se ci piaceva vincere facile bastavano questi pochi numeri:

-90% dei Chapter italiani presenti ,più il Lugano Chapter

-Più di 560 persone per la serata del sabato

-Più di 1000 persone la domenica

-Oltre 800 Harley

E’ vero, questi numeri sono il succo del Rompighiaccio, solamente però se siamo stati capaci di farvi stare bene.

Mi sia concesso di chiudere con una riflessione personale.

Dopo due anni vissuti con l’ombra della pandemia sempre sul collo che ha fatto piazza pulita di ogni nostra certezza, con la guerra che toglie ora serenità e tranquillità, credo che ogni persona debba avere e se non ce l’ha debba inventarselo, un antidoto capace di spazzare via dalla nostra testa, (almeno per qualche momento) ogni preoccupazione e che ci renda capaci di rivivere le nostre voglie con intensità.

“Ieri, oggi, domani una passione senza tempo” è la nostra passione, ma è anche la passione di tutti voi che ci avete abbracciato al Rompighiaccio, questo ne sono sicuro, è il nostro ANTIDOTO.

Grazie all’Emilia Road Chapter che rende tutto ciò possibile.

Gianni

P.S. Io Pasquino e Svànein vorremmo andare a Po