editoriale 29 luglio 2017 - naso di gatto (by viper)
Che vuoi che sia… E’ solo un raduno
Che vuoi che sia… E’ solo un run
Che vuoi che sia… E’ solo una festa con un concerto
Che vuoi che sia… E’ solo un piazzale di sassi con una tettoia
Che vuoi che sia… E’ solo una buca piena di nostalgici
E invece no, il Naso di gatto non è solo un raduno, è il raduno che ti ricorda da dove vieni, chi sei e perché sei lì. Ti grida forte in faccia che, anche se piacciono a tutti, non servono ville e resort per stare in compagnia, ma che sono importanti le persone che da tutta Italia si fanno chilometri, spesso a bordo di moto non proprio nuove, per dormire in tenda. Dove la cosa importante è parlare, parlare, parlare e ancora parlare con una buona birra in una mano e la forchettina di plastica per mangiare la grigliata che ti ha dato la proloco nell’altra.
Il Naso di Gatto è un run al limite dell’impossibile, a 70/80 all’ora su e giù per le montagne savonesi, tra tornanti e curve cieche, su stradine “asfaltate” senza guardrail ma che ti fanno godere un panorama che solo la Liguria può dare con le sue montagne verdissime che si tuffano nel Mar Ligure, per poi arrivare ad Alassio a fare festa, bere un aperitivo o due… o anche tre. Con la band che sputa rock come se non ci fosse un domani. E’ il run dove vieni premiato con la spilla dell’evento, solo se hai fatto il giro del Sabato e se hai validato l’apposito biglietto.
Il Naso di Gatto è la festa del sabato sera con il concerto di una band che ti tira un destro in faccia e ti sveglia dal torpore della birra a suon di note di canzoni fin troppo conosciute ma che non ti stanchi mai di ascoltare e cantare, e ti trovi a saltellare come un matto mentre canti a squarciagola canzoni che non ascolteresti mai, ma che con i tuoi amici lì al tuo fianco, prendono tutt’altro gusto e scopri che oltre a conoscerle tutte, ti piace pure star li a cantarle.
Il Naso di Gatto è il piazzale della Pro-Loco di Stellanello, un paese sulla riva sinistra del torrente Merula che conta 800 anime, che si svegliano un venerdì mattina all’anno, con il rombo delle 400 Harley Davidson di altrettante anime richiamate da quel “belin di un Gatto” che Rino, Sole e tutto lo staff del Savona Chapter riescono a metter in piedi tutti gli anni. E’ il pratone dove ti senti a casa, anche se dormi in tenda o in una bettola.
Il Naso di Gatto è una buca, piena di quello strano e meraviglioso “Popolo del Naso di Gatto”, il popolo di Rino, dove quello che conta non è sapere quanta gente arriverà al raduno settimane prima, ma è invece sapere che chi sarà presente, lo farà perché vuole esser li, a mangiarsi una fagiolata alle 2 del mattino.
Che vuoi che sia… è il mondo che continua a girare, che va troppo forte, e il Naso di Gatto era il raduno che ti teneva attaccato alle radici dei raduni, quelli veri, quelli a birra e salsiccia, quelli dove dormi in 4 in una camera di 3 metri per 3, quelli dove fai il turno in 10 per l’unica doccia, quelli dove la colazione te la prepara la ragazza del b&b, che poi però si fa travolgere e viene alla festa con te, quelli a cui andavi sapendo di trovare amici, vecchi e nuovi. Il raduno dove per un paio di giorni ti dimenticavi di tutti i problemi, e quando il lunedì rientravi a lavorare sembrava passato un mese invece di un week end. Perché ora parlo al passato? Ah, già… per quella scritta “19° Naso di Gatto – The Last One”… Sì perché il Gatto, partito nel lontano 1991 e tra una vicissitudine e l’altra è arrivato alla sua 19 edizione quest’anno, potrebbe andare un pensione. Noi tutti, popolo del Naso di Gatto, speriamo che il Gattone Rino cambi idea, e che ci dia altri Nasi di Gatto da accarezzare sempre con quel filo di nostalgia, tra un ricordo vecchio e uno nuovo, ma per il momento non possiamo far altro che congedarci, lasciandolo a riposare, ringraziando tutti i ragazzi del Savona Chapter che ci hanno ospitato magistralmente, salutandoci con un:
Che vuoi che sia… Era solo l’ultima puntata del Naso di Gatto… o forse no?