editoriale 11 marzo 2018 - rompighiaccio (by gianni)
Quella che vi voglio raccontare è una storia che ha le sue origini tanti e tanti ma veramente tanti anni fa.
A quel tempo avevo pochi anni di vita, penso 5 o forse 6 ma poco importa, quel che è importante è che allora nelle case non esisteva televisione, il cinema era solamente nelle città e nei piccoli paesi di campagna i bocia (bambini) si dilettavano seduti la sera vicino al camino, coi racconti dei nonni che avevano per altro una grande ed innata meravigliosa capacità di coinvolgere, a tal punto che per noi bocia da racconto tutto si trasformava in un momento di vita reale.
Quella sera mia nonna, una volta raccolti tutti vicino al fuoco, così iniziò:
dovete sapere bambini che esistono persone che noi chiamiamo stregoni , in senso buono si intende, che sono capaci di deviare i temporali col solo pensiero, che con le azioni del presente e leggendo i segni del passato riescono a vedere nel futuro e a proposito di questo devo dirvi che pochi giorni fa ho incontrato proprio una di questi stranisignori al mercato del bestiame.
Non lo avevo mai visto prima dalle nostre parti e non ho mai capito il perché sia venuto a parlare proprio a me. Passati i primi attimi di timore, mi sono sentita a mio agio e quasi attratta dal suo modo di esprimersi lento e pacato e dal tono della sua voce profonda ,così mi ha raccontato che in un tempo ancora da venire e a noi lontano una grande schiera di motocicli (in questo modo li chiamavano allora) da ogni terra della nostra penisola avrebbe invaso la pianura per dare vita ad una festa propiziatoria e portatrice di buona vita per il nuovo anno.
Mi ha parlato di un grande tuono che queste macchine avrebbero alzato verso il cielo, capace di far tremare la terra e spaventare ogni sorta di animale e allo stesso tempo capace di invadere il corpo e la mente delle genti con un ritmo indicibile e coinvolgentedifficile da dimenticare.
Mi ha raccontato dei sorrisi stampati sul volto di quegli stranieri, del loro abbracciarsi, del loro strano modo di stringersi la mano, del frenetico corrersi incontro l’un l’altro per salutarsi quasi avessero paura di dimenticare qualcuno.
Mi ha parlato ancora della festa propiziatoria che si sarebbe tenuta il Saturni Dies(sabato) con canti, balli e libagioni, dell’arrivo nella giornata del Solis Dies (domenica),ancora di innumerevoli di questi motocicli che avrebbero attraversato accompagnate dal loro brontolio le terre d’acqua, fino ad arrivare alla dimora che li avrebbe accolti per l’ultimo sacrificio ben augurante per la nuova stagione.
E finalmente oggi, dopo tanti e tanti ma veramente tanti anni, riesco a ricollegarmi a quella storia, a ridisegnarla nella mia realtà, nella nostra realtà e credo che queste poche righe potrebbero bastare per descrivere il ROMPIGHIACCIO 2018, quindi mi dico “quella storia non era solamente il racconto di un pazzo stregone e comincio a crederci e si fa realtà”.
Cosi ritrovo quel Saturni Dies con tanti amici e “motocicli” che già a partire dalle due dopo il desinare (per non ripetermi mi sono concesso una licenza) ci raggiungono dalle regioni più lontane e passano con noi un pomeriggio di chiacchiere, di esperienze di viaggio e di amicizia vivendo ed apprezzando l’accoglienza dello staff “ONORIO MOTO” al completo e dell’Emilia Road Chapter.
Rivedo la festa propiziatoria con balli, canti e libagioni e rallegrata dalla compagnia di più di trecento amici e inizio a sentire il ritmo di quel grande tuono.
Ed eccoci al menzionato Solis Dies che dovrebbe essere il “giorno del sole” ma che nella realtà metereologica riserva esclusivamente pioggia e non vi nascondo che di primo mattino ho avuto un calo di fede e ho cominciato a dubitare della realtà di quel racconto.
Il tempo passa veloce e non si vede nessuno se non qualche isolato temerario che sfida la pioggia per raggiungerci, ma quando lo sconforto sta per avere il sopravvento ecco che si avverte un qualcosa…un ritmo…che sia quello che raccontava mia nonna, certo che è quello… ed è inversamente proporzionale ad ogni paura, più quel ritmo si avvicina e più svanisce ogni forma di paura.
In breve tempo il piazzale si riempie di “innumerevoli di quei motocicli” pronti a partire per attraversare le “terre d’acqua”fino alla meritata dimora dove ognuno di quegli stranieri avrebbero consumato un buon pasto caldo, bevuto un buon bicchiere di vino accompagnato da caffè e ammazzacaffè.
Il tempo come abbiamo detto è stato inclemente, pioggia a volontà con aggiunta di un fresco (leggasi gelido) vento, ma tutto ciò non è bastato a fermare quei 900, (NOVECENTO) lo scrivo anche in lettere per dare più risonanza a questo numero forse impensabile, che hanno partecipato al Rompighiaccio 2018.
Certo, qualcuno è venuto in moto e qualcuno è venuto in macchina, ma è pur sempre venuto con la voglia di stare insieme, con la voglia di portare con sé un sorriso stampato sul viso, con la voglia di abbracciare ognuno e di stringersi in quel modo strano la mano.
Eravate tanti…più di tanti e vi siete moltiplicati con le vostre parole e coi vostri apprezzamenti nei confronti dell’Emilia Road Chapter, cosa dire noi per quello che possiamo cerchiamo di migliorare di anno in anno ma siamo consapevoli che l’errore ci sta e se capita ce ne scusiamo.
Di una cosa sono però certo che il nostro cuore è a disposizione, potrà piovere, diluviare o nevicare ma quel tuono e quel ritmo che invade il nostro corpo e la nostra mente, il sole lo porta con se e ognuno di voi a modo suo lo porta dentro.
Grazie a chi c’era, a chi non è riuscito ad esserci e a chi ci sarà e grazie all’E.R.C.